📹 Come possiamo migliorare la gestione dei nostri fiumi? Quali sono gli errori da evitare?

Realizzato da: CIRF (Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale)

Anno: 2019

LINK: https://www.youtube.com/watch?v=c-NIZ1Pvc50&t=80s

Come possiamo migliorare la gestione dei nostri fiumi? Quali sono gli errori da evitare? Lo spiega una video-animazione realizzata, con il coordinamento del CIRF, nell’ambito del progetto HyMoCARES (www.alpine-space.eu/hymocares). Un fiume naturale trasporta acqua e sedimenti dalle montagne fino al mare fornendo numerosi servizi ecosistemici: sostiene gli habitat e la biodiversità, mantiene le spiagge lungo la costa, fornisce acqua pulita, mitiga la siccità. Dove la pianura alluvionale è ancora connessa al fiume i picchi di piena vengono smorzati, riducendo il rischio a valle. I fiumi forniscono opportunità ricreative uniche. Ma i processi naturali dei corsi d’acqua sono spesso fortemente alterati: la continuità dei sedimenti viene ridotta, creando deficit a valle. Estrazione di inerti in alveo e protezioni spondali ridulcono ulteriormente la disponibilità e la dinamica fluviale. Gli alvei di conseguenza si restringono e si incidono piena dopo piena, aumentando il rischio a valle per la perdita di capacità di laminazione diffusa. e anche a monte, in caso di erosione aggressiva la falda si abbassa, si perdono habitat e biodiversità, opportunità e valore paesaggistico fino alla costa, dove le spiagge, mancando l’apporto di sedimenti dai fiumi, verngono erose. Anche la vegetazione riparia è essenziale non solo come habitat, ma come filtro contro l’inquinamento diffuso e per regolare la temperatura. Purtroppo, vegetazione riparia e detriti legnosi vengono troppo spesso sistematicamente rimossi. Per questo conservare i tratti fluviali ancora naturali è un’assoluta priorità per garantire fondamentali servizi ecosistemici e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. Ovunque possibile è necessario restituire ai corsi d’acqua spazio e una dinamica più naturale. Questo include ripristinare una maggiore continuità del trasporto solido a scala di bacino ad esempio migliorando la gestione degli invasi idroelettrici, costruendo bypass per sedimenti, reintroducento a valle, dove necessario, il materiale trasportato a monte, sostituendo vecchie briglie con opere selettive, rimuovendo sedimenti e vegetazione solo dove strettamente necessario in modo selettivo. Dopo un’alluvione, invece di ricostruire ogni volta tutto e come prima, rivalutiamo l’assetto attuale e approfittiamo per trovare alternative migliori. Nella gestione dei corsi d’acqua non ci sono soluzioni valide ovunque e quelle più efficaci si possono individuare solo analizzando il problema a scala di bacino. Gli strumenti disponibili per aiutarci a migliorare le nostre scelte sono molti: iniziamo ad usarli!

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